Il magistrato può pronunciarsi sia in materia civile che penale. Se ritieni che non sia sufficientemente motivata, non soddisfi i tuoi interessi, o addirittura illegittima, la decisione presa dal giudice deve essere impugnata in appello.
Istruzioni
Passo 1
È possibile impugnare la decisione del magistrato entro 10 giorni dal momento della sua comunicazione in aula. Il dispositivo della decisione indica sempre a quale tribunale ci si può appellare per impugnarla. Se non sei sicuro di poter presentare un reclamo in modo competente, chiedi aiuto a un avvocato o al tuo rappresentante legale.
Passo 2
Prendi un foglio di carta A4 bianco per presentare il tuo reclamo. Nell'angolo in alto a destra del quale, indica il nome del tribunale a cui è rivolto il reclamo, i tuoi dati personali, compreso il passaporto, l'indirizzo del tuo luogo di residenza e il numero di telefono tramite il quale puoi essere contattato. Nel testo principale del documento per impugnare la decisione del magistrato, indica tutte le tue richieste e doglianze sulla base di quanto previsto dalla normativa vigente. Assicurati di allegare al reclamo tutti i certificati e i documenti che confermano le tue argomentazioni. Non dimenticare di includere la data del reclamo e di firmare con il tuo nome.
Passaggio 3
Se la tua denuncia è costituita da errori o violazioni, il magistrato può lasciarla immobile, dandoti il tempo di correggere tutte le inesattezze.
Passaggio 4
Dopo aver esaminato il tuo ricorso, il tribunale ha il diritto di lasciare la tua domanda senza considerazione o di chiudere del tutto il procedimento.
Passaggio 5
Se il tuo reclamo viene comunque accolto a titolo oneroso, sulla base di esso viene nominato un nuovo processo, durante il quale possono essere presentate nuove prove e prove sul caso in esame. Dopo l'esame da parte del tribunale di tutte le nuove circostanze del caso e sentite le testimonianze delle parti, viene emessa una nuova sentenza.
Passaggio 6
Hai il diritto di impugnare non tutte le sentenze del magistrato, ma solo alcune di esse, ad esempio l'entità della domanda, o la violazione dei diritti dei partecipanti al processo.