La privatizzazione, in atto dal 1991 e più volte prorogata, è già percepita come un fenomeno permanente. E, nel frattempo, il suo periodo di validità scade ancora una volta. Sembra che questa volta la privatizzazione finirà finalmente il 1 marzo 2015. Ma i legislatori hanno lasciato l'opportunità ad alcune categorie di cittadini di esercitare il loro diritto alla privatizzazione in futuro.
Cos'è la privatizzazione?
La privatizzazione consente ai cittadini che vivono in un patrimonio edilizio statale o comunale con contratti di locazione sociale di registrare gratuitamente questi alloggi, sia in proprietà condivisa che in ditta individuale. Pertanto, divenuti proprietari dei propri appartamenti o stanze, i cittadini hanno il diritto di disporne a propria discrezione: acquistare, scambiare, vendere, donare o lasciare in eredità.
Certo, la privatizzazione ha sia vantaggi che svantaggi - dopotutto, ora la cura dei territori e delle aree comuni, così come la revisione della casa, ricade sulle spalle dei proprietari, aumentando l'importo delle bollette. Ma bisogna ammettere che con i prezzi costantemente elevati per le abitazioni che caratterizzano il mercato immobiliare russo, la propria casa sta diventando una buona fonte di reddito.
Secondo le statistiche, circa il 90% dei cittadini idonei alla privatizzazione lo ha già utilizzato. Il resto, a quanto pare, ha già deciso fermamente di rimuoverlo dai comuni. Ma i legislatori, limitando il periodo di privatizzazione, ne hanno previsto la possibilità per alcune categorie di cittadini socialmente non protetti, per i quali il proprio alloggio non dovrebbe rimanere solo un sogno.
Per chi è stata estesa la privatizzazione
Da marzo 2015 i cittadini che verranno riconosciuti bisognosi di alloggio prima di tale data potranno comunque immatricolare gratuitamente gli alloggi comunali. Il Codice abitativo oggi in vigore, parte 1 dell'articolo 51, comprende le seguenti categorie di cittadini:
- chi non possiede una casa;
- chi non è un familiare del proprietario dell'abitazione o dell'inquilino che lo affitta ai sensi del contratto sociale di locazione;
- chi ha un alloggio, ma la sua superficie totale è inferiore a quella stabilita dalle norme sociali come iscrizione;
- chi abita in locali che non rispondono ai requisiti tecnico-sanitari stabiliti;
- chi vive in un appartamento comune, dove ci sono persone che soffrono di gravi forme di malattie croniche, in cui la convivenza in un appartamento è semplicemente pericolosa.
Si è deciso di estendere il diritto alla privatizzazione a coloro in lista d'attesa iscritti nei comuni dal 1979, reduci della Grande Guerra Patriottica e persone ad essi equiparate, residenti in case riconosciute come emergenze o fatiscenti, poveri. Il resto dei cittadini che vogliono diventare proprietari può acquistare il proprio appartamento dal comune solo al valore di mercato.